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Exposure, il potente software di gestione e sviluppo!

Nell’ultimo articolo ti ho parlato di come utilizzo 4 software per completare il flusso di lavoro, dalla progettazione alla post produzione.

Il primo, Set.a.light, l’ho ampiamente approfondito in passati articoli, trovi i link nell’articolo precedente a questo, trovi un approfondimento generale ed un video tutorial.


Oggi voglio descriverti Exposure!


Exposure è un software per la gestione e lo sviluppo dei raw.
Forse in passato hai sentito parlare o usato dei plug-in Alien Skin, ecco Exposure Software è il marchio rinnovato di quest’azienda che riprende il nome del prodotto di punta.
Exposure è una valida alternativa a Lightroom o Capture 1, può essere utilizzato come software stand alone oppure come plug-in di Photoshop.


Puoi scaricare la versione di prova, la versione ultima è X6, da questo link!


C’è un però, i programmi diffusissimi che ti citavo prima lavorano principalmente con la creazione di cataloghi e l’importazione delle foto, in maniera tale da avere la possibilità di uno sviluppo non distruttivo di tutto il lavoro. Questa metodologia può essere molto pratica per la maggior parte delle operazioni di organizzazione, sviluppo, recupero e ricerca delle foto.

Ma non è detto che debba essere la regola.

Ad esempio io utilizzo da circa 15 anni un mio personale metodo di archiviazione che può essere fatta sia manualmente e fuori dall’utilizzo di un software oppure con Lightroom e Capture1, questo metodo non mi lega alla creazione di cataloghi.

La tipica domanda che mi viene fatta sull’uso dei cataloghi è legata alla frequenza di creazione. Se creare un unico catalogo annuale, se ripartirlo per tipologia di foto, se farne uno nuovo per ogni lavoro. Ecco questo è strettamente personale e sarà strettamente legato anche al volume di produzione che si ha.

Con Exposure tagli la testa al toro perché non devi creare nessun catalogo e, pur perdendo ogni sorta di funzionalità legata a questa metodologia, risulterà più comodo e snello.

Se sei un fotografo ordinato, ci tengo a precisarlo.


Exposure ha anche una interfaccia di importazione, selezione e archiviazione, che può essere comoda ma che io non utilizzo. Quando uso Exposure ho già scaricato le schede e le ho archiviate secondo il mio metodo nell’Hard Disk di lavorazione. Successivamente il lavoro verrà spostato poi in archivi non di lavorazione e in più copie.


La selezione delle foto posso decidere di farla con questo software perché è abbastanza veloce, soprattutto non ha il tempo morto dell’importazione creazione delle anteprime, oppure di usare un altro software di cui ti parlerò nei prossimi giorni. Dispone di flag da attribuire alle foto, il rating con le classiche stelline da 0 a 5 oppure le etichette con sei colori.



Utilizzo il software anche in tethering mentre scatto, in questo modo il mio lavoro è a prova di danno accidentale, perché ha in automatico 3 copie: sulle schede, senza necessariamente attivare la copia nel doppio slot, fisicamente sul portatile collegato alla macchina e in cloud sincronizzando la cartella di destinazione. In questo modo ho anche la possibilità di condividerle con un altro operatore che lavora in un’altra postazione con un altro computer.

Attenzione però, se per tethering preferisci scattare direttamente dal computer, non hai questa possibilità a meno che tu non utilizzi un altro software che ti consenta di farlo.


Qui di seguito ti mostro come appare la schermata di visualizzazione. Si tratta di un catalogo di abbigliamento sportivo che ho realizzato qualche giorno fa.


Sulla sinistra puoi notare che il software individua una cartella da cui andare a leggere le foto, quindi se hai già fatto il lavoro punterai alla folder presente su qualsiasi HD collegato, anche una SD card se vuoi. Se stai lavorando il software caricherà man mano tutte le foto che finiscono in una determinata cartella in cui stai scaricando gli scatti. Dalla schermata puoi notare che sto salvando le foto sia in raw che in jpeg. Diciamo che non è un tethering completo per chi è abituato a mettere a fuoco, impostare e visualizzare ciò che inquadra comodamente seduto al pc, cosa che io faccio ma per lo still life e non sempre. Quindi per chi impugna la camera e scatta, va più che bene, considerando che è possibile impostare il software in modo che applichi 1 o più filtri o modifiche alle foto che riceve nella folder individuata. Un bel vantaggio quando si condivide il lavoro col cliente.



Facendo doppio click sulla singola foto è rapidissimo aprirla a tutto schermo e potrai notare un lieve rallentamento di rendering solo quando vai ad ingrandirla per valutarne i particolari.

Sulla sinistra dello schermo avrai un pannello navigatore e d istogramma.

Sulla destra molto ben organizzati in pannelli gli strumenti per tutte le modifiche che puoi fare al raw, dal basic che racchiude tutte le principali regolazioni sull’esposizione e gestione del colore, fino a dei pannelli più avanzati sulla gestione della grana o di effetti di overlay.

Qualsiasi modifica verrà fatta, verrà inserita come layer, come in Photoshop, trovi i layer in alto a destra della schermata.


Sotto la foto in grande è presente un comodo film strip che mostra il numero di foto nella cartella e le foto precedenti e successive a quella che stiamo lavorando.

Sulla sinistra, subito sotto il pannello folder, troviamo un lunghissimo elenco di preset, dove troverai ben organizzati, ed organizzativi in preferiti, un vasto assortimento di simulazioni di pellicole.

Basta scorrere col mouse sui vari preset per vederne automaticamente l’effetto, molto comodo e ben fatto e alcuni preset sono davvero molto belli.


Non sono un amante dei preset perché per la maggior parte dei miei lavori definisco accuratamente il tutto e faccio le cose manualmente, ma con Exposure mi sono dovuto ricredere in un paio di occasioni in cui ho consegnato il lavoro definitivo applicando e leggermente modificando dei preset, poiché il lavoro finale doveva avere un look un po’ vintage. E’ stato un bel risparmio di tempo e soprattutto il cliente ha visto in corso d’opera il lavoro quasi definitivo, dando subito il suo ok.


E’ naturalmente possibile applicare delle LUT, prevaricate o importate, come vedi nella schermata successiva. Rimane scontato che questo non è il tipo di lavoro su cui applicherei dei filtri o consegnerei in bianco e nero, ma è solo un esempio di utilizzo.