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Teal and orange: analisi ed evoluzione nel cinema e nella fotografia - Parte 2

Aggiornamento: 28 mar 2020

Nella prima parte di questo lungo articolo, che trovi qui abbiamo solo introdotto la significativa differenza tra color correction e color grading.

Oggi voglio addentrarmi maggiormente nell'analisi del Teal and Orange e del grading, per poi concludere tutto il discorso con una terza parte che verterà sulle tecniche più pratiche per applicare il look in fotografia.

Facciamo sempre qualche dovuta precisazione.

In questo articolo vado a estrapolare fotogrammi di film, presi o dal web o da dvd. Bisogna tenere presente prima di tutto che noi abbiamo potuto vedere il passaggio epocale tra pellicola e digitale, che ha determinato metodi di ripresa e di lavorazione del tutto differenti. Abbiamo film girati a pellicola, film girati a pellicola e digitalizzati, film girati in digitale.

Tutto questo discorso non si appresta a determinare l'accuratezza del colore, ma solo ed esclusivamente a valutare la percezione e il look delle scene. Un'analisi molto più tecnica, terrebbe presente delle diversità sia del supporto sul quale è stato girato e lavorato il film, sia del mezzo di fruizione (proiezione e dispositivo monitor).

Partiamo dal presupposto che, come dicevamo nella prima parte, il colore ha una grammatica molto precisa nel linguaggio cinematografico e fotografico.

Questa immagine, mostra le diverse palette colori adotatte in alcune scene di film, dove per palette intendiamo la serie di colori predominanti in scena. Come potrai notare, i colori sono accomunati anche alla percezione psicologica.

Di conseguenza possiamo dedurre che il colore supporta la sensazione che la scena del film deve restituire, insieme alla musica, al movimento di camera, all'azione e al dialogo. Tutte parti della grammatica che costituiscono la narrrazione della pellicola.


Ora, tenendo sempre presente che recuperando i frame dal web o dai dvd e considerando che molte pellicole sono state prodotte pensando maggiormente alla resa del video proiettore del cinema, quindi nel passaggio delle alterazioni ci sono sicuramente state, vorrei andare a ripercorrere i cambiamenti di look di alcune serie cinematografiche storiche, confrontando il look differente nel corso degli anni.

Look che sarà cambiato non solo per una questione di moda, ma sicuramente per una questione di supporti e possibilità.

Tieni presente che lavorare in digitale da la possibilità di una maggiore precisione locale nel frame (che anche se in movimento può disporre di strumenti di tracking), di avere un girato flat e maggiormente lavorabile tipo il log ( ne parlavo nella prima parte) o il raw e che con la pellicola invece sei maggiormente legato al colore stesso del film usato e delle luci che hai adoperato. Poi con le opportune differenze di lavorabilità nelle ombre e nelle luci dei due supporti, pellicola e digitale. Non mi addentro nel discorso di effetti speciali.

Come data di riferimento, teniamo presente che in Europa la prima proiezione digitale al cinema, di un film girato a pellicola e poi digitalizzato, è stato nel 2000, quindi parliamo già nel nostro secolo. A Parigi, in Francia, dove ci furuno anche le prime proiezioni cinematografiche.


Ma quale film famoso prendiamo come esempio?

Rocky!


Nel seguente fotogramma, la prima pellicola del film di Sylvester Stallone, l'attore diventato prima famoso come Rocky e poi come Sylvester Stallone, che all'epoca si guadagnava da vivere con film per adulti, una sera del marzo del 1975 era a vedere l'incontro tra Muhammad Alì (che nel suo film divenne Apollo Creed) e Chuck Wepner, un pugile noto per gli innumerevoli punti di sutura ricevuti al viso in carriera, più di 300, e che riuscì per un attimo a mettere giù Alì in quello storico incontro che ispirò Sly e da cui ricavò solo 70mila dollari di benefit per l'utilizzo della sua storia nella trama.


Siamo nel 1976, l'anno dopo dell'ispirazione e notiamo che in questo fotogramma

l'arancio e il blu, colori complementari ( approfondisci qui ) sono molto presenti e si sposano piuttosto bene. Considera anche che ho voluto scegliere scene rappresentative del film e buone per il discorso che sto facendo.

Passano 3 anni come i 3 oscar vinti da Rocky, con 9 candidature, e lo Stallone Italiano si prende la rivincita con Apollo in Rocky 2.

Notiamo sempre questo accostamento tra il blu e l'arancio, con sapiente uso anche dell'abbigliamento a supporto di ciò.

Dovranno passare altri 3 anni per rivedere sul ring il terzo episodio della saga più famosa della boxe.

Siamo nel 1982 e l'atomosfera un po' azzurrata è sempre presente ma forse già in questo film notiamo una maggior saturazione, specie sulla pelle.

Di tre anni in tre anni, si arriva al quarto episodio.

Ma dopo 3 anni non arriva il quinto episodio e tutti pensarono che il discorso si fosse chiuso con gli Stati uniti che battono l'Urss in casa.

Ma a sorpresa dopo 5 anni, è il 1990, il 44enne Sly, torna in Rocky 5, dove combatterà non sul ring ma in strada, suonandole al suo pupillo.

Luce blu sul fondo e luce calda sul soggetto, in modo da staccarlo per bene e dare un look di colori complementari alla pellicola.

Il tutto però sempre in modo abbastanza naturale, con una buona percezione e fruizione di chi si appresta a guardare il film.

Passano ben 16 anni e Stallone non ci sta, vuol tornare a mettere i guantoni!

A 60 anni, sale sul ring in Balboa, il Rocky 6 per intenderci.

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